19 Aprile 2024

Sistema idrico, dietro-front: stop al pubblico sì alla società mista

Il servizio idrico in provincia sarà gestito da una società mista a maggioranza pubblica. È quanto ha deciso ieri l’Assemblea territoriale idrica, presieduta dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia, chiamata a deliberare, oltre che sui bilanci, anche sulla governance alla luce della legge 142 dello scorso 21 settembre e della nota con la quale la Regione sollecitava, gli Ati siciliani, a trovare una soluzione per evitare il commissariamento.

La decisione modifica la delibera adottata due anni fa con la quale era stato deciso di procedere alla creazione di un’azienda speciale consortile, dunque interamente pubblica. La proposta della società mista è stata approvata all’unanimità dei presenti (14 comuni su 19 interessati pari al 82,59 delle quote dell’ambito). I comuni manterranno la maggioranza delle quote e la proprietà degli impianti e delle reti lasciando alla costituenda società mista la gestione del sistema idrico.

«Si tratta di un deciso e coraggioso cambio di indirizzo – commenta il sindaco Italia – confortato anche dalla recente riunione avuta con l’assessore regionale Roberto Di Mauro e scaturito dalle mutate condizioni finanziarie, purtroppo in peggio, dei comuni a causa dei costi energetici e dell’inflazione. La scelta della società mista resta, comunque, coerente al principio sulla base del quale la proprietà degli impianti e dei depuratori resta pienamente pubblica; potremo accedere ai finanziamenti del Pnrr per i necessari investimenti sugli impianti e sulle reti ed eviteremo di anticipare somme, provando a scongiurare il commissariamento alla luce della norma nazionale».

La tenuta dei conti dei comuni è stato il tema ricorrente negli interventi dell’assemblea. Lo scenario degli enti locali siciliani è assai mutato dal novembre del 2020. Gli enti della provincia, in particolare, oggi si trovano nelle condizioni di dovere fronteggiare una profonda crisi finanziaria, metà dei comuni della provincia si trova in pre- dissesto o in dissesto finanziario e, dunque, nella situazione di non potere anticipare i soldi necessari alla costituzione dell’azienda pubblica con la beffa che andrebbero perse le somme del Pnrr. Altri aspetti sottolineati sono stati quelli della carenza di personale, mentre il persistente blocco delle assunzioni non ha garantito il necessario turnover, e la quasi certezza che un percorso aderente agli auspici della Regione potrà consentire di ottenere una proroga al rischio di commissariamento.

La delibera dell’Assemblea rimanda adesso a una scelta di un partner privato di minoranza attraverso una selezione pubblica dopo avere modificato lo statuto dell’Ati e il piano d’ambito. All’unanimità sono stati approvati anche il rendiconto del 2021 e il bilancio di previsione 2022-2024.

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