Un’operazione conclusa sottotraccia. Opinione pubblica distratta dal fondo americano Crossbridge e da quello del Quatar mentre i vertici russi di Lukoil trattavano la vendita della raffineria di Priolo alla Goi energy di proprietà di un fondo con sede legale a Cipro e capitale in gran parte israeliano.
Il closing, come detto ieri, entro la fine del prossimo mese di marzo. Ma, alle dichiarazioni soddisfatte del presidente della Regione Schifani, sono subito seguite quelle più perplesse di altre parti.
Un’operazione che, in buona pratica, proprio per il suo epilogo, merita approfondimenti e, soprattutto, chiarimenti da chi (Lukoil) ha tenuto per mesi alta la preoccupazione dei lavoratori.
Il senatore Antonio Nicita ha chiesto al Governo di attivare il Golden Power proprio per “monitorare i programmi di investimento e vincolarli a prescrizioni volte a tutelare occupazione, salute e ambiente”. Uno strumento che conferisce al Governo la possibilità di porre condizioni o veti in caso di tentativi di acquisto ostile da parte di una società estera di un’azienda italiana ritenuta strategicamente attiva e fondamentale.
Prudenza che emerge anche dalle parole del sindacato. Sia Femca Cisl che Filctem Cgil auspicano un maggior coinvolgimento delle parti sociali e attendono di conoscere il piano industriale degli acquirenti. Su tutto il programma degli investimenti e, soprattutto, il mantenimento dei livelli occupazionali.
Insomma, la partita non è ancora chiusa.
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