25 Aprile 2024

Servizio idrico (semi) pubblico, il fronte dei sindaci si spacca

Ieri la decisione dell’assemblea dei sindaci di passare ad una società mista per la gestione del servizio idrico; per meglio dire di tutti i sindaci meno uno: quello di Palazzolo Acreide.

Salvatore Gallo, con una dichiarazione alla stampa, aveva contestato l’irregolarità di questa decisione perché non inserita all’ordine del giorno.

Questa mattina la replica del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e del suo collega di Melilli, Giuseppe Carta.

“La contestata assenza del punto all’ordine del giorno dell’Assemblea Territoriale Idrica di Siracusa, – scrivono i due – appare pretestuosa e lesiva delle prerogative dell’assemblea.

I sindaci dopo una lunga e partecipata discussione sul punto inserito all’ordine del giorno relativo alla nota ricevuta dalla Regione proprio sulla ricognizione dello stato dell’arte del servizio idrico in ogni ambito territoriale, con particolare riferimento alla scelta della forma di gestione, stante l’urgenza della questione, si sono determinati optando per la scelta della società mista a maggioranza pubblica, stabilendo che in una successiva assemblea verrà variato il piano d’ambito e approvato lo statuto della società mista”. 

I sindaci, in buona sostanza, leggendo le dichiarazioni di Italia e Carta, avrebbero agito “nella piena legittimità delle funzioni loro attribuite”.

“L’acqua – continua il presidente dell’assemblea Italia – è un bene pubblico, come stabilito dalla sovranità popolare in sede referendaria, e la scelta della forma di gestione operata a novembre del 2020 sulla società consortile pubblica, viste le mutate condizioni finanziarie ed il recente quadro normativo, oltre al rischio della perdita di ulteriori finanziamenti a valere sul PNRR, non poteva essere confermata perché resa insostenibile”. 

L’acqua, così come nelle rassicurazioni dei sindaci, resta pubblica; “con la società mista, il pubblico rimane titolare degli impianti e del controllo e affida gestione e riscossione all’esterno”.

Durante il dibattito in assemblea Salvatore Gallo sarebbe stato invitato più volte a dimostrare in modo concreto come rendere operativa la società pubblica esecutiva viste le sopraggiunte difficoltà finanziarie di tanti enti in dissesto o in pre-dissesto facenti parte dell’ambito. 

“Nessuna proposta concreta è stata offerta dal collega Gallo. – continuano Italia e Carta – Ci rendiamo conto che le posizioni ideologiche sono molto più comode e popolari ma sommessamente ricordiamo a chi ricopre ruoli istituzionali di operare con senso responsabilità e in un contesto di realtà. Infine, la scelta della formula di gestione del servizio idrico, è prerogativa dell’ATI e non dei consigli comunali che possono solo ratificare le eventuali scelte prese nelle sedi preposte”.

“Abbiamo ottenuto una grande conquista – commenta Giuseppe Carta –; intratterremo gli impianti, le trivelle e le linee; avremo il controllo del servizio che prima, con la gestione affidata ai privati, è mancato. Di fatto si opererà come già accade per i rifiuti. Altra nota da sottolineare è la possibilità, finalmente, di poter usufruire dei fondi messi a disposizione dal PNRR. Spiace questo attacco che ha il sapore demagogico, alla luce della situazione economica in cui versano i comuni, questa era l’unica via percorribile”.

Insomma, fronte spaccato. E sulla gestione del servizio idrico in provincia, in passato, le frizioni politiche non sono mai mancate.

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