20 Aprile 2024

Nuovo ospedale, gli ex affidatari presentano nuovo ricorso, ma i documenti sembrano smentirli

Nuovo ricorso del raggruppamento temporaneo di professionisti al quale è stato revocato l’incarico per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa. Nei giorni scorsi il Prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, Commissario straordinario dell’opera, ha annunciato di aver affidato la progettazione definitiva per appalto integrato – con opzione per la direzione dei lavori- all’RTI formato da Proger S.p.A. con sede a Pescara (mandataria), Manens S.p.A. con sede a Padova e Inar S.r.l. con sede a Milano (mandanti).

Adesso il nuovo ricorso – il terzo dopo quello per la revoca e il successivo nuovo avviso predisposto dal commissario – che vede lo Studio Plicchi di Bologna capogruppo (e composto da Milan Ingegneria, Areatecnica, Sering Ingegneriae Ava Arquitectura Tecnica Y Gestion) affidarsi al Tar contro l’affidamento pubblicato quattro giorni fa. Un ricorso che, però, a leggere bene incrociando quanto affermato dai professionisti esclusi con gli atti ufficiali pubblicati sul sito creato appositamente per maggiore trasparenza, presenta più di una contraddizione e qualche falla eccessivamente evidente.

I contenziosi, come si legge nella loro nota, “sono stati avviati con la funzione, da un lato, di respingere ogni addebito rispetto a inadempienze e ritardi nella presentazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economico, dall’altro di ribadire come il nuovo affidamento sia illegittimo”.

Plicchi e soci aggiungono che il nuovo affidamento, comporterebbe la “possibile sussistenza di tre progettisti” e questo, sempre nella nota inviata, avrebbe “effetti nefasti sul progetto, sui tempi, diversamente da quanto reso noto, e sui costi”.

Due passaggi che cozzerebbero invece con quanto previsto dai decreti commissariali.

Quello di revoca dello scorso 13 gennaio indica precise inadempienze del gruppo capitanato dallo Studio Plicchi che – come si legge – hanno costretto il Commissario ad adottare il provvedimento per non ingessare l’iter dell’opera. Tra queste il mancato rispetto della tempistica fissata in quattro fasi ben precise nonostante le sollecitazioni arrivate.

Nel nuovo ricorso degli ex affidatari, invece, nonostante i ritardi accumulati con l’impasse indicata nel decreto di gennaio e a loro addebitata, gli stessi lamentano il fatto che al nuovo aggiudicatario siano stati concessi due mesi in più. Cosa non esatta, precisano i tecnici, visto che loro avrebbero dovuto consegnare il progetto definitivo classico in 120 giorni, mentre il nuovo gruppo avrà lo stesso tempo per dare il definitivo per appalto integrato. Il progetto definitivo classico sarà invece  prodotto in 90 giorni.

Plicchi e soci, infatti, avrebbero dovuto terminare la progettazione definitiva ed esecutiva entro un totale di 240 giorni complessivi. Tempistica prevista nel Capitolato tecnico prestazionale con data di inizio 4 novembre 2021 e con termine 2 luglio 2022 e, secondo Decreto di revoca, abbondantemente non rispettata.

Gli ex affidatari, inoltre, lasciano intendere al nuovo gruppo arrivato che quell’opera non si può realizzare con il tariffario del 2019. Passaggio anche questo alquanto strano visto che l’aggiornamento dei prezzi al tariffario vigente al momento dell’appalto è un obbligo di legge. Dimenticanza?

Adesso si attende il pronunciamento della prima sezione del Tar del Lazio sulla competenza territoriale per la discussione dei ricorsi. In altri casi analoghi, cioè di opere di rilevanza locale e non nazionale, il Tar aveva rimesso ai tribunali territoriali la decisione.

Prospero Dente

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