27 Settembre 2023

Diminuisce la temperatura, ma non l’emergenza. In fumo la Sughereta di Villasmundo e la balza delle Mura Dionigiane a Siracusa

Quattro squadre in rinforzo dei loro colleghi di Siracusa. Sono arrivate ieri sera dai Distaccamenti di Ragusa, Caltanissetta e Agrigento dei Vigili del fuoco per aumentare il numero di personale a disposizione in un momento altamente a rischio in tutta la provincia.

Lunga nottata lungo l’autostrada e alle porte del capoluogo a ridosso della balza delle Mura Dionigiane. La Sughereta di Villasmundo (nella foto sotto) non esiste più. L’area diventata parco naturale a nord della frazione è stata completamente distrutta dalle fiamme.

I Vigili del fuoco hanno lavoratori di notte lungo la Siracusa-Catania per spegnere fiamme divampate ai margini della carreggiata e che hanno coinvolto parte dei pannelli fonoassorbenti presenti ai lati.

Al Villaggio Miano, ieri, nel lungo pomeriggio di fuoco che ha costretto ad evacuare l’Hotel Relax e diverse abitazioni, danni ingenti ad un bar, ad una rivendita auto e ad una piccola azienda per la produzione alimentare.

Questa mattina Vigili e Forestale all’opera a San Cusumano, a Tremmilia, in contrada Castelluccio e ancora a Villasmundo dove il fronte del fuoco non accenna ancora a fermarsi.

A Siracusa particolare impressione ha suscitato l’incendio che ha distrutto la balza delle Mura Dionigiane. Il rogo si è innescato intorno alle 12:30 di ieri e in pochissimo tempo, alimentato dal vento, ha spazzato via la vegetazione di uno dei polmoni verdi più importanti della città, oltre a causare dei danni incalcolabili alle vigne e alle strutture dell’Azienda Agricola Pupillo.

“Sono passati pochi anni dall’ultimo devastate incendio che distrusse la Balza delle Mura Dionigiane e da allora – dichiara Carmela Pupillo – nulla è stato fatto per mettere in sicurezza il sito”. “Tutta l’area archeologica dell’Epipoli – continua Carmela Pupillo – è in completo abbandono, lasciata a se stessa, senza controlli, senza manutenzione, senza la ben che minima prevenzione in termini di incendi”. Bruciano gli ulivi, le vigne, le pietre antiche, bruciano ettari di biodiversità che erano casa e rifugio di tanta flora e fauna spontanea che differenzia questo territorio dagli sfruttamenti intensivi e dagli impianti industriali, ma più di ogni cosa a bruciare dentro è un sentimento di rabbia e di frustrazione per l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e di contenimento. “Ogni estate – aggiunge Carmela Pupillo – la nostra terra brucia, è un fatto risaputo, ma nonostante questo non ci sono mai uomini e mezzi in grado di contrastare un’emergenza che non è più un’emergenza, ma una consuetudine”. “Non è mia intenzione – conclude la Pupillo – puntare il dito contro i Vigili del Fuoco, impegnati a fronteggiare le fiamme di altre decine di roghi, ma è evidente che questo sistema di prevenzione e di pronto intervento non funziona e che qualcuno dovrà, prima o poi, assumersi delle responsabilità”.

Un’amarezza comprensibile quella della Pupillo che si aggiunge a quella di altri piccoli imprenditori della provincia. Le forze messe in campo dai Vigili del fuoco e da tutte le forze dell’ordine sono sicuramente esigue rispetto alla vastità ed entità degli incendi di queste ultime 48 ore.

Serve personale e servono mezzi per aumentare i contingenti sul territorio. Di questo ne sono consapevoli i comandanti presenti sul campo e che da anni continuano a chiedere adeguamenti del personale.

Uno sforzo immane in questi giorni di pochi uomini che stanno provando a garantire, con doppi turni lunghi e massacranti, la presenza in ogni angolo della provincia.

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