20 Aprile 2024

Bar Maniace, una Caporetto: il Tar rigetta il ricorso di Italia Nostra

Una terribile Caporetto, così appare la sentenza della Terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania che ha rigettato il ricorso sulle autorizzazioni del Bar Maniace proposto dall’associazione Italia Nostra, rappresentata e difesa dall’avvocato Corrado Giuliano, contro Agenzia del Demanio, Soprintendenza per i beni culturali di Siracusa, Comune di Siracusa, nei confronti della Senza Confine Srl, difesa dall’avvocato Gianluca Rossitto.

Per i giudici amministrativi Daniele Burzichelli, Francesco Bruno e Gustavo Giovanni Rosario Cumin, appare infondata la doglianza relativa alla denunciata nullità degli atti ex art. 164 del decreto legislativo n. 42/2004 e ai sensi dell’articolo 21-septies della legge n. 241/1990; non può condividersi l’assunto di parte ricorrente secondo cui Piazza d’Armi risulterebbe “zona bianca” nel piano particolareggiato di Ortigia

Inoltre, per i giudici, sfugge alle censure del ricorrente anche il nuovo permesso di costruire in sanatoria, tenuto conto che l’Amministrazione del COmune di Siracusa, da un lato, ha “assentito” il prescritto ripristino quanto alle altezze della struttura mentre, dall’altro, ha autorizzato l’intervento relativo al basamento non ostando a tale decisione alcuna particolare prescrizione di natura squisitamente urbanistico-edilizia, né, per quanto è stato osservato e affermato nella sentenza n. 62/2020, alcuna preclusione sotto il profilo paesaggistico.

Condannando alle spese processuali i ricorrenti, i giudici hanno voluto sottolineare come “La parte ricorrente, invero, ha platealmente violato il dovere di chiarezza e di sinteticità, sia in occasione della formulazione dei ricorsi, sia nella redazione delle proprie memorie, redigendo atti obiettivamente sovradimensionati, ripetitivi e, in particolar modo, non lineari sotto il profilo espositivo”. “D’altronde – specifico i giudici – deve escludersi che un professionista abilitato non sia in condizione di redigere atti in modo chiaro e sintetico, né discriminare la documentazione effettivamente rilevante in relazione ai fatti e alle questioni di causa, trattando, tra l’altro, di comportamenti cui le parti sono comunque tenute in applicazione del generale dovere di lealtà e collaborazione che su di esse incombe”.

Storia chiusa o Italia Nostra deciderà di appellare la sentenza?

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